Tai Chi e Salute

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Pubblicato: Venerdì, 19 Ottobre 2018 13:33
Scritto da Valter
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Il Tai Chi Chuan pur nascendo come arte marziale porta al benessere e alla salute della persona questo articolo ne mette in evidenza alcuni aspetti.

L’antica arte del tai chi utilizza delicati movimenti fluidi e lenti per ridurre lo stress dello stile di vita frenetico e migliorare la salute. In questo articolo analizzeremo i possibili benefici del Tai Chi sulla salute.

Se si è alla ricerca di un modo per ridurre lo stress, il tai chi è un’ottima opzione. Il Tai Chi è talvolta descritto come “meditazione in movimento” perché promuove la serenità attraverso movimenti dolci che collegano il corpo alla mente. Originariamente sviluppato nell’antica Cina per l’autodifesa, il tai chi si è evoluto in una forma aggraziata di esercizio che viene ora utilizzato per la riduzione dello stress e per aiutare con una varietà di altre condizioni di salute.

Capire il tai chi

Il tai chi, chiamato anche tai chi chuan, è un sistema di esercizio fisico dolce. Per fare tai chi, si eseguono una serie di posture o movimenti in maniera lenta e precisa. Ogni postura sfocia nella successiva senza pause, assicurando al vostro corpo un movimento costante.

Il tai chi ha molti stili diversi, come lo yang ed il wu. Ogni stile può avere la sua propria enfasi e basarsi su diversi principi e metodi. Esistono anche delle differenze all’interno di ogni stile. Alcuni possono concentrarsi sul mantenimento della salute, mentre altri si concentrano sull’aspetto delle arti marziali legate al Tai Chi.

Il risultato di tutte queste variazioni, sono più di 100 movimenti e posizioni, molte dei quali vengono chiamate con nomi di animali. Indipendentemente dalla variazione, tutte le forme di tai chi sono modelli ritmici di movimento che sono coordinati con la respirazione per aiutare a raggiungere un senso di calma interiore. La concentrazione necessaria per il tai chi costringe a vivere nel momento presente, mettendo da parte i pensieri angoscianti.

Chi può fare tai chi

L’intensità del tai chi varia a seconda della forma o dello stile praticato. Alcune forme di tai chi sono più veloci rispetto ad altre. Tuttavia, la maggior parte delle forme sono adatte a tutti. Ovvero, si può praticare il tai chi, indipendentemente dall’età o abilità fisiche. Infatti, poiché il tai chi è a basso impatto, può essere particolarmente adatto negli anziani.

È inoltre da sottolineare che il tai chi è attraente è poco costoso, non richiede attrezzature speciali e può essere fatto al chiuso o all’aperto, da soli o in gruppo.

Sebbene il tai chi sia generalmente sicuro, è sempre bene parlare con il proprio medico prima di iniziare un nuovo programma di allenamento. Ciò è particolarmente importante se si hanno problemi con le articolazioni, colonna vertebrale, cuore, se si è incinta, o si ha l’osteoporosi grave. 

Perché praticare il tai chi

Come altre pratiche complementari ed alternative che portano mente e corpo ad unirsi, il tai chi può seriamente aiutare a ridurre lo stress. Durante il tai chi, ci si concentra sul movimento e la respirazione. Questa combinazione crea uno stato di relax e tranquillità. Stress, ansia e tensione dovrebbero sciogliersi come ci si concentra sul presente, e gli effetti possono durare anche dopo aver smesso la sessione di tai chi. Il Tai Chi potrebbe aiutare anche la salute generale, anche se ovviamente non deve essere un sostituto per le tradizionali cure mediche.

Nonostante la sua lunga storia, il tai chi è stato studiato scientificamente solo negli ultimi anni. E anche se sono necessarie ulteriori ricerche, evidenze preliminari suggeriscono che il Tai Chi possa offrire numerosi vantaggi, oltre alla riduzione dello stress, tra cui:

Iniziare il tai chi

Iniziare a praticare il tai chi non è affatto una cosa difficile. Anche se è possibile noleggiare o acquistare video o libri sul tai chi, è sempre meglio prendere in considerazione la guida di un istruttore qualificato, per ottenere tutti i benefici ed imparare le tecniche corrette. Un istruttore di Tai Chi potrebbe anche essere in grado di insegnare la filosofia alla base di questa tecnica di rilassamento. Un istruttore di tai chi può insegnare posizioni specifiche e come regolare la respirazione. Ma soprattutto, un istruttore può insegnare come praticare il tai chi in modo sicuro, specialmente se si hanno ferite, condizioni croniche, o problemi di equilibrio e coordinamento. Sebbene il tai chi sia lento e dolce, quasi senza effetti collaterali negativi, è possibile farsi male se fatto nel modo sbagliato.

Mantenere i benefici del Tai Chi

Per sfruttare la riduzione dello stress ed i benefici sulla salute, si deve praticarlo regolarmente. Anche se si può ottenere qualche beneficio da un corso ad esempio di 12 settimane, il massimo si ottiene praticandolo sempre. Dovrebbe diventare parte integrante della vita.

 Il tai chi come lo yoga e la meditazione, offrono un valido aiuto contro lo stress, ed alcune condizioni di salute.

Tratto da: www.informazionimediche.com/

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I BENEFICI DEL TAI CHI CHUAN NEL PARKINSON

La volontà ed il pensiero devono guidare le azioni e i gesti dei malati parkinsoniani.
L’esercizio fisico è generalmente consigliato per i pazienti affetti dalla malattia di Parkinson, con il Tai Chi Chuan gli esercizi proposti legano l’azione fisica con quella mentale, il Tai Chi Chuan utilizza la mente per controllare i movimenti del corpo.
Il Tai Chi Chuan è un’antica disciplina cinese che già nella sua origine riteneva necessario collegare alla corretta esecuzione del movimento la sua “rappresentazione visiva interna”.
L’immaginazione visiva è utilizzata per contribuire a questa connessione mente-corpo.
L’esercizio si effettua con lo svolgimento all’unisono dei movimenti dell’intero corpo in un’azione che, mentre è fluida e senza blocchi, mantiene allo stesso tempo il proprio equilibrio centrale. In base agli stessi principi, la mente deve rimanere aperta e disponibile evitando di concentrarsi su singoli aspetti, così da percepire il cambiamento ed essere in grado di assecondarlo.
Numerosi studi di neurofisiologia e neuroimmagini hanno dimostrato che esercizi di “motor immagery” facilitano l’esecuzione del movimento volontario in pazienti affetti da malattia di Parkinson. In particolare, i risultati di taluni studi sulla pratica del Tai Chi Chuan indicano chiaramente un miglioramento delle performance motorie globali nei pazienti parkinsoniani che effettuano tale trattamento.

Anche una recente ricerca effettuata sui malati di Parkinson, portata avanti dall’Università di Washington (USA), ha dimostrato notevoli miglioramenti motori nei pazienti sottoposti a tale tecnica.
Il confronto è avvenuto tra due gruppi di pazienti scelti casualmente. Il gruppo sperimentale è stato sottoposto ad un programma di terapia fisica basata sul Tai Chi Chuan (venti sedute della durata di un’ora ciascuna per un periodo in 10-13 settimane), il gruppo di controllo non ha invece praticato nessuna particolare terapia fisica.

Dopo il completamento del programma di Tai Chi Chuan, è stato osservato che il gruppo di controllo non ha mostrato alcun segno di miglioramento, mentre il gruppo sperimentale ha presentato miglioramenti nell’equilibrio, nella capacità di alzarsi, nei punti UPDRS (Unified Parkinson’s Disease Rating Scale) e aveva la percezione di un maggior benessere generale.  APDALa ricerca con il Tai Chi Chuan di un corretto allineamento posturale, della regolazione del respiro, della ricerca di quiete mentale attraverso tecniche di movimento e di immobilità, migliora la funzione degli organi interni, diminuisce la tensione nei muscoli accumulata per lo stress o cattive abitudini, aumenta le difese del sistema immunitario e la velocità di guarigione da malattie, migliora la capacità di concentrazione e ritarda l’invecchiamento.

Tratto da: www.parkinsonitalia.it/riabilitazione/ 

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 Tai-chi per chi soffre di cuore

Nei pazienti con scompenso migliora l'umore, 
la qualità della vita e la voglia di fare esercizio fisico

STUDIO – La novità arriva da una ricerca condotta al Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston su 100 pazienti con scompenso cardiaco, suddivisi in due gruppi: il primo gruppo è stato sottoposto a lezioni di tai-chi della durata di un'ora, due volte alla settimana per 3 mesi; l'altro gruppo è stato coinvolto in lezioni di educazione alla salute condotte da un'infermiera, anche queste della durata di un'ora ciascuna, ripetute due volte alla settimana per tre mesi. Alla fine del periodo di sperimentazione, i pazienti sono stati valutati attentamente scoprendo che il tai-chi non aveva modificato la capacità di percorrere sei metri in piano (un test utilizzato per stimare la funzionalità del cuore e dell'organismo in generale), né la quantità di ossigeno nel sangue. Però, sottolineano gli autori, la disciplina orientale aveva avuto un grosso impatto sulla qualità della vita dei pazienti, molto migliorata in appena tre mesi; inoltre, chi aveva partecipato alle lezioni riferiva un miglioramento consistente del tono dell'umore e dichiarava di avere una maggior fiducia nelle proprie capacità di svolgere esercizi o attività fisica in generale. Questo si rifletteva in un maggior impegno quotidiano in attività di vario genere: in poche parole, il tai-chi era riuscito a sconfiggere la “pigrizia” che può legittimamente prendere chi spesso si trova in difficoltà dopo ogni minimo movimento e che purtroppo però non fa che peggiorare le condizioni dei malati. MILANO - Il tai-chi arriva dall'oriente e si sta diffondendo sempre di più anche nel nostro Paese, rastrellando appassionati di ogni età. Soprattutto perché negli anni si stanno accumulando prove sempre più consistenti circa i suoi benefici: un elenco lunghissimo di effetti positivi sul benessere e la salute. Ultima in ordine d'arrivo, la capacità del tai-chi di migliorare la vita dei pazienti con insufficienza cardiaca, di cui hanno dato conto gli Archives of Internal Medicine

VANTAGGI – Gloria Yeh, la responsabile della ricerca, spiega a questo proposito: «In passato i pazienti con scompenso sono sempre stati considerati troppo fragili per qualsiasi tipo di esercizio fisico: fino agli inizi degli anni '90 la prescrizione di astenersi da qualsiasi attività era comune. In realtà oggi sappiamo che non è così e abbiamo deciso di mettere alla prova il tai-chi perché si tratta di un'attività “dolce”, un esercizio “meditativo” che non dovrebbe comportare sforzi eccessivi ma al contempo potrebbe essere vantaggioso per impedire la totale immobilità dei pazienti, che innesca un circolo vizioso peggiorando ulteriormente le capacità di movimento». I dati raccolti fanno ben sperare, soprattutto perché «il tai-chi è sicuro e i pazienti lo hanno praticato molto volentieri e con costanza – racconta Yeh –. Se ci fossimo limitati a considerare soltanto la capacità fisica di esercizio non avremmo trovato grossi vantaggi, ma aumentare il benessere dei pazienti non si limita a questo: un miglioramento dell'umore e della qualità della vita, la voglia di impegnarsi in piccole attività motorie ogni giorno sono anch'essi benefici importanti per i malati». Intanto, non mancano altre evidenze sui vantaggi del tai-chi: poco tempo dopo la pubblicazione della ricerca statunitense, il British Journal of Sports Medicine ha dato alle stampe uno studio che rianalizzando ben 35 ricerche precedenti dimostra come il tai-chi, praticato dagli anziani, possa migliorarne il benessere mentale e soprattutto ridurre il rischio di cadute e fratture. Il motivo di tanti benefici? Secondo i ricercatori è tutto merito della respirazione profonda e delle tecniche di rilassamento associate alla pratica del tai-chi, oltre che dei movimenti lenti e poco faticosi tipici di questa disciplina.

Elena Meli

 Tratto da: Corriere della Sera > CARDIOLOGIA

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TAI CHI E FIBROMIALGIA

FONTE I risultati dello studio scientifico su tai chi e fibromialgia è stato pubblicato, sulla rivista New England Journal of Medicine 2010; 363:743-754con il titolo originale: “A Randomized Trial of tai chi for Fibromyalgia”dei i ricercatori del Tufts Medical Center di BostonChenchen Wang, M.D., M.P.H., Christopher H. Schmid, Ph.D., Ramel Rones, B.S., Robert Kalish, M.D., Janeth Yinh, M.D., Don L. Goldenberg, M.D., Yoojin Lee, M.S., and Timothy McAlindon, M.D., M.P.H.

LO STUDIO IN PILLOLE Questo studio è stato realizzato perché confortano dall’esito positivo di precedenti ricerche dove si riferivano gli effetti del tai chi terapeutici benefici in pazienti fibromialgici.

I 356 pazienti sono stati selezionati dopo contatto telefonico, due terzi provengono dalla periferia di Boston e un terzo dall’area urbana. Due gruppi numericamente uguali sono suddivisi tra chi aderisce al tai chi e coloro rappresentano il controllo.

Dopo due settimane dall’inizio del trial, con la valutazione FIQ (Fibromyalgia Impact Questionnaire) si giunge alla prima significativa valutazione della diminuzione della severità dei sintomi. Segue il miglioramento dello stato fisico e psichico del malato. Questi effetti benefici derivati alla pratica del tai chi permangono per 24 settimane e non si riscontrano situazioni di tipo negativo.

Per quanto sia sconosciuto il meccanismo con cui il tai chi intervenga sui sintomi del fibroimialgico è presumibile che vi sia un complesso di componenti in grado di determinare la situazione di miglioramento. Gli autori, pur ammetto i limiti dello studio e auspicando un approfondimento ulteriore con un gruppo numericamente più significativo, enfatizzano quanto la pratica di questa disciplina possa essere importante nella gestione mutidiciplinare della fibromialgia.

L’Importanza della respirazione e della meditazione

Gli studi, benchè conducano a risultati favorevoli verso queste due discipline orientali per i benefici globali forniti al paziente fibromialgico, suggeriscono ulteriori approfondimenti per comprendere più a fondo l’efficacia di yoga e tai chi.
Yoga e tai chi in modo -molto- diverso implicano esercizi posturali, di equilibrio e, soprattutto nello yoga, di stretching. Ciò fa pensare all’esigenza di una predisposizione soggettiva del fibromialgico a una o l’altra disciplina.
Entrambe si contraddistinguono per due pratiche raramente presenti nelle tecnice di rilassamento tradizionali: il controllo della respirazione e la meditazione.
Il lavoro su stecniche fisio-psico-spirituali indica al fibromialgico il fine da perseguire: un equilibrio tra corpo e mente tale da poter agire sulla soglia del dolore, sul controllo degli eventi stressanti e sulla qualità del sonno.

Attenzione ai mistificatori

Occorre però fare un indispensabile riflessione. La componente fisica, ovvero l’esercizio, che una e l’altra disciplina richiedono è valida solo se il maestro nelle cui mani ci si mette è in grado di far lavorare l’individuo nelle forma più soft delle discipline stesse. Il maestro dovrebbe collaborare o aver collaborato con un esperto (reumatologo,fisiatra, e altro) in quanto, queste figure professionali, sono conoscitori del significato di dolore cronico e di fibromialgia.
Benvenuto a quel maestro che infine sia abile nel formare una classe omogenea per potenzialità e obiettivi!

Vale un ultima considerazione, lo yoga e la sua pratica sono diffusi da più lungo tempo favorendo nel Paese tra le tante scuole una selezione in base alle reali capacità, per il tai chi si tratta al momento di una moda con il conseguente rischio di trovare -sul mercato- potenziali fanfaroni.

Tratto da; https://sindromefibromialgica.it/

a cura di Maria Luisa Quattrina

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Tai Chi e sistema propriocettivo

I  "propriocettori"  sono  terminazioni nervose sensibili a stimoli provenienti dalle articolazioni, dai muscoli, dai  tendini e dalla cute, grazie alle quali è possibile ricavare una sensazione "interna" delle posizioni delle varie parti del nostro corpo.
Essi si affiancano agli "esterocettori" che  forniscono al cervello informazioni dall'ambiente esterno  provenienti dai nostri sensi (vista, tatto, odorato, udito, senso dell'equilibrio)  ed  agli  "interocettori"    sensibili  ai  segnali  provenienti  all'interno  dell'organismo che forniscono informazioni sulle tensioni degli organi interni e sul dolore che ne può derivare.

Tutte queste informazioni giungono al sistema nervoso centrale, dove viene elaborata una risposta, che viene immediatamente "rimandata" ai muscoli, dove si traduce nell'esecuzione di movimenti poco dispendiosi e coordinati; quando si subisce un trauma (per esempio una distorsione a una caviglia) si possono danneggiare le strutture anatomiche che contengono i propriocettori. In tal modo si riduce la qualità delle informazioni che quel distretto invia al sistema nervoso centrale.
Qualcuno percepisce il mondo principalmente tramite la vista, altri attraverso l'udito e altri ancora tramite il tatto. La realtà viene di solito percepita dal canale predominante, che, nella cultura occidentale, la vista, seguita dall'udito.

 

Canale visivo = vedere
Canale uditivo = sentire
Canale propriocettivo= toccare/sentire il corpo 
Canale cinestesico = muoversi

 

Solitamente non si avverte la differenza tra una posizione e un'altra; per esempio, si conosce poco la diversità delle sensazioni provate nel ruotare a destra o a sinistra la testa, così come non si possiede la consapevolezza del proprio corpo e di parte di esso nello spazio. Dovremmo imparare, chiudendo gli occhi, a percepire gli stimoli che ci arrivano dall'ambiente esterno, diventandone consapevoli. Dovremmo imparare a "sentire" la parte del corpo che si muove e avvertirne il peso, il calore, la sua posizione nello spazio. L'autopercezione aiuta a prendere coscienza di tutti i cambiamenti, anche i più piccoli, che avvengono nel corpo.
Che sensazione si prova quando si muove il braccio in una direzione? E in quella opposta? Iniziare ad ascoltare e cercare di percepire le sensazioni di rigidità, di contrazione, di rilassamento, di caldo e di freddo. Sforzarsi di sentire il corpo e di capire cosa vuole comunicare.
Anche nella respirazione si creano micromovimenti che le singole vertebre producono continuamente quando si respira. Si deve iniziare ad avere coscienza del corpo nello spazio; rieducare l'atteggiamento corporeo, modificare i vizi di posizione che si accentuano con il passare del tempo, evitare movimenti ripetitivi sbagliati.
Facciamo tanti movimenti senza pensare: com'è possibile? I nostri schemi di movimento sono acquisiti negli anni sia consapevolmente che no; se analizziamo tali movimenti con consapevolezza potremmo avere delle sorprese in quanto non li avevamo mai vissuti, se poi cerchiamo di cambiarli con nuovi modelli consapevoli il cammino può essere lungo e richiedere molti esercizi di allenamento.
Quando si impara un gesto nuovo, il cervello scompone la sequenza dei movimenti da seguire e si concentra sui particolari , inizialmente si procede per prove ed errori, guardare qualcuno che esegue i gesti che stiamo imparando accelera il nostro apprendimento. Merito dei "neuroni specchio ", ( neuroni mirror individuati da G. Rizzolati): queste cellule si attivano vedendo una determinata scena e preparano il cervello ad eseguire gli stessi movimenti che stiamo osservando. 
L'attività dei neuroni specchio si ripeterà con lo stesso schema anche quando il cervello ordinerà ai muscoli di muoversi. Quando il compito riesce il cervello registra il successo e nelle 6 ore seguenti lavora per memorizzare la sequenza esatta dei movimenti eseguiti.

E si consolida ulteriormente se il gesto viene ripetuto nei giorni seguenti. Il movimento si fa più fluido e si può lavorare per renderlo più preciso.  A rafforzare la memoria dei gesti contribuiscono le informazioni che arrivano al cervello dalle articolazioni, dai tendini e dai  muscoli, qui infatti si trovano i propriocettori che tengono il cervello al corrente sulla posizione del corpo.


Tratto da http://www.my-personaltrainer.it

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